Se accade a Parigi


L'IPOCRISIA DELL'OCCIDENTE E LA POLITICA DELLO STRUZZO

 

La Francia ha conosciuto oggi quello che in Siria viviamo quotidianamente da anni. 
(Bashar al Assad, 14.11.2015)



Se brucia Mumbai (2008, 166 morti) non ce ne importa niente, se Mosca è colpita (2002, 180 morti) ci voltiamo dall'altra parte, se Beirut esplode (una settimana fa, 150 morti) sono in realtà affari loro: per non parlare poi della Siria, di Israele o dell'Africa nera, ben più massacrati di noi.
Ma se accade a Parigi… 
... se accade a Parigi (ieri, 13 Novembre 2015) la chiamata alle armi è totale, ormai  siamo davvero alle soglie della Terza Guerra Mondiale!
Così infatti tuonano i grandi leaders europei, in attesa che l'Isis si decida finalmente a colpire anche Roma, magari durante il cosiddetto "giubileo della misericordia", scavando così un solco definitivo e invalicabile fra il "mondo libero" e tutti i suoi nemici riuniti, e costringendoci quindi a schierarci compatti, come un sol uomo, a difesa dei sacrosanti "valori dell'Occidente".
Tutti i suoi nemici riuniti insieme, si badi bene, quindi anche quelli che – senza compiere gesti di terrorismo o di violenza – da sempre si oppongono all'ideologia e alla pratica del pensiero unico, che agitando lo specchietto degli "ideali dell'89" s'impone come nuovo ordine mondiale e ideologia dominante, attraverso le forme del capitalismo assoluto, sull'intero pianeta e i suoi abitanti.
Chiunque non prenda subito in mano il fischietto e non scenda in piazza a difendere Parigi e la Francia diventa così un potenziale nemico, un fiancheggiatore dei terroristi e sostanzialmente un loro alleato: e prendere le distanze da questo peana e non volersi allineare all'ipocrisia generale diventa ormai, quasi quasi, una provocazione o una sfida, laddove invece, delle tante stragi del terrorismo islamista compiute ogni giorno qua e là per il mondo, allo struzzo europeo, nordamericano e anglosassone non importa proprio un bel niente.
Ma per non apparire compiacente verso i boia dell'Isis (non "islamici" ma "islamisti", vorrei precisare) desidero esprimere anch'io, per quello che vale, la mia vicinanza e solidarietà verso le vittime di questa ennesima strage, colpite a caso in questa esplosione di odio feroce da un nemico subdolo e criminale: non senza però ricordare – anche se temo sia inutile – le mille altre vittime, ben più numerose di queste, che questo stesso odio ha mietuto, e miete ogni giorno, in tante altre parti di questo pianeta.
Perché se il "mondo libero" vuole davvero dar vita a una guerra efficace contro il terrorismo globale, deve farlo - oltre che in buona fede - perlomeno con un po' di stile, tenendo presente che Parigi non è il centro del mondo e che tutti i popoli della terra hanno lo stesso diritto di essere rappresentati, compianti e onorati quando sono vittime di una violenza assassina.
Ma questo, per i portavoce politici, religiosi e mediatici del nostro tempo, è forse davvero un po' troppo.

Roma, 14 Novembre 2015
https://www.pierluigigallo.org/web/2016-03-18-17-49-41/risonanze/202-se-accade-a-parigi