Fede e scienza nel nostro tempo

 STORIA ESOTERICA DI UN CONFLITTO INTERIORE 

 

Succisa virescit (recisa alla base, torna a rinverdire):
motto dell'Abbazie di Montecassino, distrutta nel '44 e subito ricostruita.

 

Dietro le vicende apparentemente casuali dei nostri tempi angosciosi possiamo notare, se sappiamo vederlo, un disegno nascosto, preciso e deciso, che si dispiega e si svela con molta chiarezza di fronte a noi: mi riferisco allo scontro infinito tra fede e scienza, giunto ormai al suo ultimo epilogo, che ebbe inizio nel lontano Rinascimento proprio nell'edificio dove attualmente lavoro, l'Istituto Scolastico Vittoria Colonna di Roma, ex  Casa Grande Barberini e alloggio privato del cardinale Maffeo, dove il futuro papa Urbano VIII si incontrava con Galileo Galilei, invitandolo a cena per dialogare con lui prima di giungere ad intentargli – alcuni anni dopo - il famoso processo che portò questi all'abiura.

Questo almeno è ciò che avvenne a quel tempo, in un'Europa pervasa da guerre di religione e conflitti tremendi, che portarono la Chiesa, nonostante i molti distinguo, a schierarsi compatta nella Controriforma, condannando così le diverse correnti del libero pensiero a una lotta incessante contro l'oscurantismo ecclesiastico: ma questo è ciò che avviene anche oggi, in un'Italia sorniona e beata che dorme tranquilla il dolce sonno dei giusti, pacificata e sedata dal Giubileo straordinario e dal mirabile Expò, che placan gli affanni et inspiran speranza.

Pochi sanno, del resto, che pressoché tutti i gesuiti del Collegio Romano furono favorevoli fin dall'inizio alla teoria copernicana insegnata da Galileo, ma vennero costretti al silenzio dalle gerarchie ecclesiastiche coeve poiché era in atto, a quel tempo, una drammatica guerra civile fra protestanti e cattolici, il primo dei molti conflitti ideologici che avrebbero attraversato l'Europa, da allora fino ai giorni nostri: ma pochi sono al contempo coscienti di cosa stia succedendo anche adesso, dietro le quinte della nostra realtà quotidiana, dietro cioè quell'assalto frontale che il materialismo laicista – con i suoi non pochi alleati - sta portando avanti, nell'ombra, contro la fede dei popoli nelle realtà spirituali. 

Il primo obiettivo dell'offensiva arimanica in atto è infatti la distruzione sommersa, celata sotto le mentite spoglie di una "ragionevole critica" alla corruzione ecclesiastica o di una "riflessione pacata" su laicità e religione, della fede in Dio sulla terra, da sostituirsi con i nuovi dogmi del pensiero unico e del potere mediatico ad esso sottoposto, che intendono estirpare dalla coscienza, e soprattutto dall'inconscio collettivo dell'intera umanità, l'idea stessa di Dio, superstizioso retaggio di un remoto passato e ormai inadeguata a disciplinare le masse, cui meglio conviene il miraggio utopistico dei diritti civili o della società multietnica, sicuramente più adatti a creare e dirigere, dalla culla alla tomba, il gregge globale contemporaneo, addomesticato e asservito alle nuove esigenze del capitalismo assoluto da illusorie speranze di libertà individuale e da forme sempre nuove di manipolazione e dominio.

E in tutto ciò il ruolo del nostro Paese, bimillenaria sede del Papato cattolico, non è affatto secondario.

In questo mondo sospeso dell'Italietta moderna, in cui sembra succedere tutto mentre non accade mai niente, l'eterno conflitto fra scienza e fede continua infatti a covare, e ogni evento apparente, dal più piccolo al più eclatante, in verità ci rivela, se sappiamo vederlo, il disegno nascosto di questo scontro epocale: da una parte la scienza e dall'altra la fede, di qua la ragione e di là il misticismo, qui la mente e lì il cuore, la tradizione e l'ignoto, laicità e dogmatismo… e chi più ne ha più ne metta.

Definita dagli uni come una cospirazione mondiale, interpretata dagli altri come una guerra di civiltà, questa battaglia si allarga e coinvolge ogni cosa, diventando iperbolica: ma cosa ci dice davvero questo conflitto epocale? e da che parte schierarsi, se non se ne può fare a meno?

Proviamo un po' insieme a capirci qualcosa, incominciando a sfatare, per primo, qualche luogo comune del materialismo imperante.


*

Inascoltato profeta di quella "scienza dello spirito" di matrice idealista e tardo-romantica che ingloba Goethe, Schelling e molto altro ancora, il filosofo austriaco Rudolf Steiner ci dice – nel suo sistema esoterico - che esistono tre grandi forze cosmiche, cui sono legate le sorti e i destini del mondo e dell'intera umanità: l'entità di Lucifero, quella del Cristo e quella di Arimane.

Soffermiamoci un po' su quest'ultima (nella descrizione seguente mi sono basato, parafrasandolo e integrandolo a modo mio, su un articolo semplice ma efficace di un giovane blogger italiano, Davide Cerutti, autore del sito Uscire dall'Orrore, che in maniera rapida e senza fronzoli riassume con competente chiarezza la teoria steineriana su questo tema):


(…) Tra i mezzi più significativi di cui Arimane dispone per agire sulla terra dall’aldilà,

vi è quello di promuovere nell’umanità il pensiero astratto.
E dal momento che il pensiero astratto è oggi tanto amato,

stiamo preparando nel modo più favorevole ad Arimane la sua comparsa.
(…) Invece di mostrare oggi agli uomini ciò che ha da venire

 in base ad un’esperienza completa, 
si parla all’umanità di teorie generiche, persino di teorie sociali. 
Coloro che parlano di teorie ritengono astratto proprio quanto si rifà all’esperienza,

poiché non hanno alcuna idea della vita.
Tutto ciò fa parte del piano voluto da Arimane. 
(Rudolf Steiner, Il mistero della volontà, Zurigo, Novembre 1917)


Si tratta, come si vede, di un argomento piuttosto complesso. I secoli che stiamo vivendo rappresenterebbero infatti, secondo Steiner, un periodo storico della massima importanza, in cui l'influenza dell’entità di Arimane (il cui nome deriva dall'antica tradizione persiana, dove esso rappresentava il dio dell’oscurità e della materia, in contrapposizione al dio della luce e dello spirito incarnato da Ahura Mazda) sembra essere diventata preponderante, e in cui tale entità starebbe lavorando, ormai da diversi secoli, per preparare i destini futuri dell'umanità.

Tre sarebbero infatti, secondo Steiner, le grandi forze cosmiche e planetarie che avrebbero  maggiormente influenzato i destini umani nel corso della storia: Arimane, Lucifero e il Cristo, che rispecchiano le principali parti costitutive dell’essere umano, cioè il corpo (Arimane), l'anima (Lucifero, in quanto "portatore di luce") e lo spirito (il Cristo). Ancora prima dell’incarnazione del Cristo ci sarebbe stata infatti, secondo Steiner, una incarnazione di Lucifero, il quale avrebbe conferito la sua impronta estetica e sensuale a tutto il mondo greco-romano, mentre ora i tempi sarebbero segnati da Arimane, che starebbe preparando anch'esso una futura incarnazione sul piano fisico.

Ma in che cosa consiste esattamente l'influenza di Arimane nel nostro tempo?

Arimane rappresenta sostanzialmente la Materia, con tutte le insidie e le opportunità che lo sviluppo di una tale entità tende a produrre, a tutti i livelli, sulla formazione dei destini umani: la principale caratteristica dell'entità di Arimane sarebbe infatti, secondo Steiner, la volontà di presentarsi all’uomo come l’unico vero Dio, come l’origine e la causa prima di tutto ciò che esiste, cercando in tal modo di orientare tutti gli studi e le ricerche umane verso una direzione ad esso confacente, e instillando nell’uomo una visione materialistica dell’universo in base alla quale fornire una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza.

Prendiamo ad esempio alcuni fra gli interrogativi centrali della ricerca umana di tutti i tempi: da dove arriva la vita, e come è nata? Oggi la risposta della comunità scientifica a questa domanda è unanime e perentoria: la vita nasce dalla materia e dal caso. Questa visione delle cose è dunque l'unica considerata scientificamente plausibile ai giorni nostri, ma in realtà rappresenta un chiaro segno dell’influenza di Arimane nel nostro tempo.

Si tratta, del resto, di un'influenza che si manifesta un po' in tutti i campi del pensiero umano, nei quali si cerca, ormai da diversi secoli (per la precisione proprio da quella rivoluzione scientifica del Cinque-Seicento che ebbe in Galileo uno dei principali esponenti, cui abbiamo fatto riferimento in apertura di articolo), una risposta di tipo materialistico ai perché della vita: ogni altra ipotesi - di tipo olistico, spirituale, metafisico o esoterico - è invece considerata una plateale eresia, e i suoi fautori emarginati e condannati non solo dalla comunità scientifica e accademica ufficiale, ma anche dalla comune mentalità generale.

Tutta la concezione del mondo moderna è stata infatti condizionata dal dogma scientista di fondo, secondo cui la materia sarebbe all’origine del Tutto; e nello stesso tempo, paradossalmente, l’influenza di Arimane, mascherandosi da scienza oggettiva e da ricercatrice distaccata della realtà, ha assunto col tempo i tratti di una vera e propria fede, di una nuova religione con i suoi dogmi specifici, le sue istituzioni e le sue inquisizioni "al contrario".

A un certo punto, ad esempio, al posto dei templi e delle cattedrali del passato si cominciarono a costruire biblioteche, università e laboratori di ricerca: non più centri dellafede, ma centri della scienza, tutti tesi a ricercare e a studiare le basi materiali della realtà, le uniche considerate scientificamente vere e dunque ammissibili, in nome di un presunto “primato della materia” che ormai non può più in alcun modo essere messo in discussione.

Intendiamoci, non è che il processo di laicizzazione della cultura iniziato nell'età umanistica sia di per se stesso un male, semplicemente da quel momento in poi l'allontanamento dell'uomo dalle realtà spirituali è diventato un fatto irreversibile.

Attualmente, quindi, i materialisti seguaci di Arimane rappresentano praticamente la totalità del mondo  accademico, e la loro posizione è universalmente accettata grazie a quella sorta di ipnosi collettiva che Arimane ha effettuato nei secoli, e in particolar modo nell’ultimo secolo grazie al controllo capillare sui mass-media, prima fra tutti la televisione.

In pratica quei pochi individui in grado di contestare gli accademici generalmente non lo fanno, perchè si trovano attaccati non solo da essi ma anche dalla maggioranza dell’umanità, indottrinata dalle scuole e ipnotizzata dalle televisioni o dalla stampa ufficiale: così, le università sono ormai divenute i veri luoghi di culto del nostro tempo, i nuovi templi della religione di Arimane, e contestare il materialismo degli accademici ha oggi le stesse conseguenze avute in passato dai pensatori “eretici” nei confronti della dottrina cattolica - persecuzione, esclusione dalla società e talvolta anche peggio.

Presentato in tal modo, tuttavia, sembra che Arimane abbia soltanto caratteristiche negative, il che non è vero: la conoscenza della materia, la fisica, la chimica, lo sviluppo tecnologico straordinario che abbiamo conosciuto negli ultimi secoli, sono anch’essi frutto dell’influenza di Arimane. Quando si tratta di conoscere e sfruttare la materia inanimata, Arimane dà infatti indubbiamente il suo importantissimo contributo, ma quando vuole mettersi al primo posto in tutti i campi, stabilendo a priori cosa si debba pensare e cosa no, allora perde il suo contatto con la realtà e costringe i suoi seguaci a infilarsi in quel labirinto di menzogne e di astrazioni arbitrarie che è rappresentato dal materialismo e dal razionalismo contemporanei.

E’ questa infatti la principale tentazione di Arimane, che rappresenta attualmente, tuttavia, anche la maggiore possibilità di evoluzione dell’essere umano: se saremo capaci, in questi tempi difficili, di mettere ogni cosa al suo posto e operare il discernimento fra i diversi piani dell'esperienza e della conoscenza umana, senza lasciarci condizionare da Arimane ma utilizzandone le proprietà per adoperarle al nostro servizio, allora acquisiremo importanti qualità nella nostra anima e nel nostro spirito.

Altrimenti si sarà trattato di un’occasione mancata, e la potenza di Arimane avrà avuto la meglio.


*

Fin qui Rudolf Steiner, con la sua affascinante e un po' misteriosa descrizione dell'influsso di Arimane sullo sviluppo del materialismo moderno: che si voglia credere o meno alla sua testimonianza, essa ci mostra tuttavia i caratteri fondamentali di un travagliato percorso compiuto dalla coscienza umana nel corso degli ultimi secoli, attraverso i quali la scissione corrente fra la scienza e la fede si è drammaticamente compiuta.

Almeno in apparenza, mi sento personalmente di dire.

Se infatti riuscirà a sopravvivere, o in qualche modo a rinascere, quella visione mitica della realtà che fu alla base del naturalismo umanistico e dell'ermetismo rinascimentale, successivamente abbandonata, rifiutata e tradita dallo sperimentalismo scientifico su base matematica, dal razionalismo, dall'empirismo e dal materialismo ateista che li hanno seguiti; se riuscirà a risvegliarsi quella concezione romantica dell'Assoluto e dell'Infinito come patria ancestrale dell'anima umana, in parte ripresa dalla cultura new agema molto più seria, elaborata e complessa di questa; se riuscirà a svilupparsi un idealismo dialettico di ampio respiro, che finalmente ridìa dignità alla realtà dello spirito (in senso filosofico, intendo, ma anche esoterico), allora forse non tutto è perduto e una nuova coscienza planetaria apparirà all'orizzonte, come la fenice rinasce dalle ceneri di un mondo in rovina.

Ma per far ciò non è sufficiente sperare, bisogna studiare e lavorare con cura, riunendo le forze di quanti credono e desiderano ancora che le realtà spirituali sopravvivano e splendano, avvolte sempre di nuova luce: perché il materialismo arimanico non è solo né tanto un nemico esteriore, quanto piuttosto un avversario interiore, che si alimenta dei dubbi e delle certezze di un'intera epoca.

Mettiamoci dunque al lavoro, e incominciamo da subito la nostra missione, per restituire a Dio quel che è di Dio e consegnare a Cesare quel che è di Cesare: e non mischiamo mai più le due cose, altrimenti dovremo rincorrere ancora quel miraggio illusorio della Babele di un tempo, quando un'umanità inorgoglita osò sfidare l'Eterno cercando di erigersi dinanzi a Lui, per poi crollare giù al suolo in una confusione di lingue.

Abbiamo sbagliato una volta, che non si ripeta mai più.

Roma, 1 Gennaio 2016
https://www.pierluigigallo.org/web/2016-03-18-17-49-41/risonanze/216-fede-e-scienza-nel-nostro-tempo