Questa rubrica contiene articoli e interventi miei o altrui a carattere sociale, politico e di attualità, volti a evidenziare e smascherare le mille forme di condizionamento e di manipolazione cui siamo quotidianamente sottoposti, costituendo in tal modo una sorta di pars destruens rispetto alle concezioni e alle idee espresse nella precedente sezione, di cui rappresenta il complemento e l'antitesi, come una sorta di Ombra.

Il navigatore attento non mancherà di trovarvi pensieri e posizioni anche piuttosto antitetici o contraddittori fra loro, secondo un principio di trasversalità intellettuale che ha caratterizzato negli anni la mia ricerca e i miei studi, nonché i molteplici incontri e contatti con personaggi diversi, provenienti da parrocchie e ideologie contrapposte ma tutti animati da un'aspirazione reale e sincera comune.

Questo spiega quindi, in qualche modo, la fondamentale eterodossia di questa rubrica, nonché la sua stessa ragion d'essere: scardinare le coscienze - prima di tutto la mia - per giungere così, forse un giorno, a quella "terra di nessuno" priva di ogni certezza dove ciascuno può ritrovarsi solo di fronte a se stesso e alla verità delle cose.

Può sembrare poca cosa, di fronte alla complessità del reale: ma poiché prima o poi abbandoneremo tutti questo pianeta, meglio prepararci fin d'ora a separarci anzitutto dai nostri schemi mentali.

Ieri, mentre fremevo disperato in mezzo alla strada, inchiodato al suolo, una goccia di pietà cadde dall'alto sul mio viso; non un alito di vento nell'aria, non una nube in cielo… c'era soltanto una presenza. (André Schwartz-Bart, L'ultimo dei giusti, Parigi 1959)

Roma, 13 Settembre 2013

The Donald

Categoria: Dissonanze Giovedì, 27 Ottobre 2016 Scritto da Gianluca Ferrara Stampa Email

PERCHE' NON SAREBBE UNA SCIAGURA SE VINCESSE TRUMP *

Il Fatto Quotidiano, il blog di Gianluca Ferrara (27 Ottobre 2016)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/27/elezioni-usa-2016-perche-non-sarebbe-una-sciagura-se-vincesse-trump/3123338/


Tutti i mass media del mondo ci informano che l’eventuale vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa del prossimo 8 novembre sarebbe una sciagura. E’ davvero così?

(...) Trump per la sua ignoranza, il suo misoginismo e per quella sua tracotanza che caratterizza i miliardari, è di sicuro un elemento riluttante e potenzialmente dannoso. Tuttavia, reputo Hillary Clinton un personaggio molto più pericoloso, soprattutto per la pace globale.

(…) Il ruolo dell’”informazione” nelle elezioni è decisivo. Negli Usa e non solo, in maniera quasi parossistica, Trump viene descritto come una bomba a mano senza sicura, pronta a esplodere in ogni momento. Tuttavia, viene celato che la sua elezione potrebbe condurre a una distensione con la Russia di Putin che invece, con la quasi certa vittoria di Clinton, aumenterebbe in maniera preoccupante e con essa la concreta probabilità di un conflitto su larga scala.

Con l’elezione della Clinton, oltre alla grande finanza internazionale, a vincere sarà anche quel pericoloso pensiero presente in potenti think tank statunitensi che sono determinati a rovesciare a ogni costo Vladimir Putin. Un presidente, che al contrario del fantoccio Boris Eltsin, rivendica l’autonomia del suo Paese. A questo intento si aggiunge il rancore personale di Clinton per Putin accusato d’intromettersi in maniera occulta nelle elezioni statunitensi per avvantaggiare il candidato repubblicano.

Nel 2015 il numero di soldati Usa nei Paesi baltici è quasi raddoppiato e proprio da quell’area geografica e dall’intransigente politica estera di Clinton potrebbe partire la scintilla di una grande guerra. Anche il fronte ucraino, con la vittoria democratica, si surriscalderebbe poiché l’obiettivo dell’ex segretario di Stato è di armare l’Ucraina filoccidentale. La Russia si sente sempre più accerchiata dalla Nato. Si pensi ad Anakonda, la più grande esercitazione dopo la Guerra Fredda che si è tenuta nel giugno 2016 in Polonia.

La ristrutturazione di molti rifugi atomici costruiti durante il regime sovietico manifesta che sempre in più reputano inevitabile un conflitto con gli Usa. Hillary Clinton, ribattezzata in alcuni ambienti Usa per la sua voracità a far guerra con il nome Killary, è stata un segretario di Stato interventista. Se la Libia è stata attaccata e violata nella sua sovranità è anche per colpa sua. Per intraprendere tale conflitto si rese complice, tra le altre, della nota menzogna secondo cui Gheddafi avesse distribuito del viagra per violentare le donne dei suoi oppositori.

Il documento numero 131801 di WikiLeaks del 30 dicembre 2009 riporta questa inquietante affermazione di Hillary Clinton: “L’Arabia Saudita resta una base decisiva di supporto finanziario per Al-Qaeda, i talebani, Lashkar-e-Taiba e altri gruppi terroristici, compreso Hamas. I donatori dell’Arabia Saudita costituiscono la più significativa fonte di finanziamento per i gruppi del terrorismo sunnita nel mondo”.

Queste parole dimostrano la sua consapevolezza dei nefasti obiettivi sauditi. Obiettivi che però collimano perfettamente con la politica estera degli Usa in Medio Oriente che vedono in Israele e Arabia Saudita i migliori alleati che, insieme alle forze jihadiste, si contrappongono alla Russia e ai suoi alleati siriani e iraniani.

Secondo l’International Business Times in soli due anni (tra il 2010 e il 2012) l’allora segretario di stato Hillary Clinton acconsentì alla vendita record di ben 165 miliardi di dollari d’armi. Una somma senza precedenti, proprio per Paesi (in primis all’Arabia Saudita) che sono risultati generosi finanziatori della Clinton Foundation.

Se avessi diritto al voto negli Usa però non opterei per Trump. No, rivendico il diritto a non scegliere il meno peggio, magari votando un terzo candidato (Jill Stein) o, al limite, restando a casa leggendo un buon libro di storia sperando che per una volta, quest’ultima, non si ripeta nel solito banale schema conflittuale dettato dalla legge del più forte sul più debole.

Gianluca Ferrara, Il Fatto Quotidiano, 27 Ottobre 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/27/elezioni-usa-2016-perche-non-sarebbe-una-sciagura-se-vincesse-trump/3123338/

 

* Ben pochi sono coscienti di cosa significhi in realtà la vittoria odierna di Trump alle elezioni presidenziali americane: nella sua funzione di argine e di invalicabile ostacolo alla vittoria della Clinton essa ha del resto poco ho nulla a che fare con questioni politiche o economiche contingenti, ma rappresenta invece - pur nella sua apparente contraddittorietà - un evento sottile di importanza planetaria, i cui risvolti esoterici sono difficilmente comprensibili ai più.

Senza voler dunque entrare nel merito, voglio limitarmi a inserire una breve preghiera di protezione risalente all'antica tradizione esoterica del monoteismo solare del faraone Akhenaton, translitterata in caratteri latini con relativa traduzione italiana (cfr. Styllianos Attheshlis, Il Simbolo della Vita, Il Punto d'Incontro, Vicenza 2002): per intuire, anche senza capire, ciò che è accaduto davvero con l'elezione di Trump, la cui contraddittoria e controversa figura - non certo simpatica o accattivante - non deve trarre in inganno nel considerare, a livello sottile, l'intera vicenda che lo riguarda. (PGZ, 9 Novembre 2016)

 

SET UTA SET KHUI MAKI  - TAA A KHEH 
Essi sono al sicuro, protetti e custoditi per tutta l'eternità.
A-ANET KHR RAK A-M EM KHE-TEPU 
- NEB AUT EN AB 
Onore a te che riposi in pace, Signore della Gioia del Cuore.
NETER U-AAU KHEPERU EM SSEP TEP 
Un Dio venne ad essere in un tempo primordiale.
ATON PA NETER AA-A NEB-A EN PET EN MAAT EN UTA 
Aton, il Dio Grande, Signore del Cielo, della Giustizia e del Potere.
ATON NETER TTETTA ANKH NEB ENT MAA-ATI  
Aton, Dio, Vita eterna, Signore della Giustizia e della Verità.
NEB EN PA TA-UI NEB EN PET EN T-TA EN TUAT 
Signore dei Mondi, Signore del Cielo, della Terra e dell'Oltretomba,
HNA EN AMENTET NEB EN MER  
Signore del Paradiso, Signore dell'Amore.
ER AART MERT-F TTEP TTA EM-MAA ANKH-IU 
Per compiere la Sua Volontà sulla Terra dei Viventi.
ANKH EN ATON  
Akhenaton.