Questa rubrica contiene articoli e interventi miei o altrui a carattere culturale, artistico e spirituale, volti a definire dei possibili spunti di ricerca e di riflessione nei diversi campi del pensiero umano, come una sorta di pars costruens intorno ad argomenti di particolare interesse, in essa variamente rappresentati: i miei sono firmati tramite data e indirizzo web a fondo pagina, gli altri hanno l'indicazione dell'autore o del sito relativo subito dopo il titolo.

L'importanza della cultura e dell'arte nella ricerca spirituale del nostro tempo appare del resto centrale per la formazione di una coscienza individuale e collettiva, poiché ci fornisce un'immagine chiara di ciò che pensano, dicono o fanno gli esseri umani intorno a noi: dopodiché, fermarsi a tal punto e accontentarsi di ciò può essere inutile e fuorviante, poiché ci dà l'illusione che una comprensione mentale della realtà sia di per sé sufficiente a cambiarla - il che non è vero, come ben tutti sappiamo.

Ma senza un'analisi a monte e uno studio condotto anche sul piano intellettuale non è comunque possibile andare molto lontano, perché si rischia di rimanere inchiodati a banalità di ogni tipo, di cui il nostro tempo è un esempio: quindi è auspicabile unire fra loro la mente e il cuore, la fede e la scienza, l'intuizione e il pensiero per dedicarci umilmente alla ricerca interiore, senza pregiudizi né veti posti a sbarrarci la strada.

E' questo infatti lo scopo di questa rubrica: per essere pronti ad agire, quando il momento verrà.

L'unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azioni. (Ezra Pound)

Roma, 13 Settembre 2013

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Barbra Streisand

Categoria: Risonanze Venerdì, 18 Aprile 2014 Scritto da Pierluigi Gallo Ziffer Stampa Email

ANATOMIA DI UN MITO

Dove nasconderemo la nostra profondità? Nella superficie.
(Hugo von Hofmannsthal)

Signora dello star sistem statunitense, icona gay dai tratti quasi leggendari, immagine internazionale della borghesia liberal made in USA – oppure, molto più semplicemente, She - Barbra Streisand rappresenta in realtà molto più di una semplice diva del cinema o di un'eccellente cantante: in lei confluiscono infatti diversi fattori, dai più profondi ai più superficiali, non facilmente assimilabili in un unico genere, come invece sarebbe possibile in altri casi consimili (come Cher oppure Liza Minnelli, ad esempio), che la rendono unica e pressoché inimitabile agli occhi del pubblico e dei suoi estimatori.

Ma quali sono le cause di questo suo grande successo, che va peraltro ben oltre la mera apparenza, per investire invece molteplici aspetti e piani sovrapposti, rendendola così una sorta di paradigma archetipico della donna euro-atlantica del XX secolo? "Tanto per incominciare con il piede giusto" (un po' d'ironia, ogni tanto, non guasta) facciamo dunque un piccolo esempio in campo maschile, affinché ciò ci consenta, pur se mutatis mutandis, di ritornare a parlare di questa grande artista.

Come noi tutti sappiamo, infatti, esistono due esempi diversi di seduzione maschile in ambito sentimentale, al contempo opposti e complementari: uno è Casanova, l'altro è Don Giovanni. Ma mentre quest'ultimo costituisce per la donna un incontro fatale, destinato a "uccidere" e consumare la preda, il primo invece è un "amico del cuore", preposto ad aiutarla e a istruirla tramite l'ars amatoria, che condivide e trasmette, consentendole così di ritrovare se stessa grazie alla piacevole scuola di questa "educazione dei sensi", dal forte aspetto catartico e trasformativo.

In entrambi i casi, tuttavia, l'amante scompare e ben presto sparisce, lasciando soltanto, nelle menti e nei cuori delle sue puellae, un gran vuoto o un gran pieno a seconda dei casi: la sua impronta comunque resta impressa in profondità, e da lì lavora e incide nella personalità di ciascuna, lasciando una traccia indelebile per tutto il resto della loro vita.

*

Lo stesso è per Barbra e per i suoi personaggi, talvolta forse un po' troppo integrati, talaltra invece decisamente ribelli, ma sempre intensi e profondi oltre ogni misura, malgrado qualche concessione di troppo al milieu americano: il nostro incontro con essi non lascia infatti spazio a rimpianti, e anche se a volte la sua figura scompare, perduta ed estraniata in un altrove remoto, la sua presenza ha l'effetto di una trasformazione profonda nelle coscienze di quanti la incrociano sul proprio cammino, con cui condivide peraltro un esiguo percorso - e proprio per questo più misterioso e più forte.

Certo, la rassicurante atmosfera hoolywoodiana che la circonda non ci permette, alle volte, di penetrare facilmente all'interno di questo universo artistico e psicologico, e di oltrepassare quella cortina di fumo un po' troppo musical, un po' disneyana e un po' natalizia, di cui è permeata l'ideologia newyorkese, dovunque ci si rivolga e comunque ci si rivolti, con i suoi bei tramonti e il suo libro dei sogni, che rappresenta a tutt'oggi la zavorra inevitabile di cui è gravata e dotata ogni creazione del genere, intrinsecamente buonista e sostanzialmente tranquillizzante (salvo rare eccezioni).

Ma a parte ciò - e forse proprio malgrado ciò - la sua poetica è sempre comunque intrisa di senso, e ci comunica una visione ben precisa dell'esistenza e del mondo che non può non sedurre chi vi viene a contatto: piaccia o non piaccia, Barbra Streisand è infatti senz'altro una delle più raffinate narratrici della psiche femminile, e soprattutto del suo rapporto col maschio (di tipo non esclusivamente sentimentale, peraltro). Per questo chiunque abbia a cuore la verità delle cose non può non arrendersi di fronte all'intensità della sua narrazione, la cui profondità e vastità sono in gran parte ignote alla maggioranza di noi: ringrazio quindi questa enigmatica artista, la cui complessità si scontra tuttavia con un'apparente banalità in superficie - e proprio per questo, quindi, ancor più sottile e misteriosa – e la cui profondità si spegne, talvolta, in un'acquiescente allineamento formale con l'ideologia dominante.

Ma questa forse è proprio l'America, una nazione di sogni e di grandi promesse - anche se a volte di promesse mancate.


Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio.* Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,* sussurralo sommessamente,
il mio cuore l'udrà,* non le mie orecchie.

(Rabindranath Tagore, Il Giardiniere)

Roma, 18 Aprile 2014
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