Il Canto del Signore.
La Bhagavad Gita narrata ai ragazzi.


in Wanna Dal Pozzo, Il Canto del Signore. La Bhagavad Gita narrata ai ragazzi, 
Sathya Sai Books, Varallo Pombia (NO) 2009

Prefazione

Che la più alta Rivelazione spirituale della storia dell’umanità sia elargita dal Signore Supremo in persona, incarnato in forma umana, al suo devoto in armi sul campo di battaglia, pochi istanti prima che lo scontro abbia inizio, è forse il più impenetrabile fra i tanti misteri dell’India senza tempo, e di gran lunga il più affascinante.

Come il lettore potrà infatti osservare, consultando la bibliografia sulla Gita riportata in fondo al volume (solo una goccia nell’oceano, in realtà), innumerevoli sono i glossari, le versioni e i commenti di questo testo, compiuti nel corso dei secoli da santi, devoti ed eruditi dentro e fuori dall’India, a testimonianza dell’interesse da esso suscitato tra i ricercatori spirituali di ogni tempo e di ogni età.

Nessuno di loro, tuttavia, si è mai meravigliato di come un insegnamento così alto e di tale portata metafisica si sia potuto manifestare al mondo intero proprio alla vigilia di una gigantesca carneficina, di un’immane, cruenta strage quale fu quella che pochi istanti dopo la fine del “Canto del Beato” si verificò sul campo di battaglia del Kurukshetra, protagonisti diretti lo stesso Krishna, alla guida del carro, e il suo devoto Argiuna, entrambi in prima linea in questo combattimento.

E se non l’hanno fatto loro, perché mai dovremmo farlo noi?

Del resto, analogamente ad altri capolavori dell’epica indoeuropea che tanto appassionano le giovani generazioni, come l’Odissea omerica, la saga celtica di Chu Chulain o il ciclo arturiano dei Romanzi della Tavola Rotonda, anche nella Bhagavad Gita ritroviamo congiunti, strettamente intrecciati fra loro, i temi eterni della pace e della guerra, della vita e della morte, della verità e della menzogna, della realtà e dell’illusione - ma con una differenza fondamentale, e di non poco conto.

Ciò che infatti in queste antiche saghe nordiche, bretoni o micenee è solo adombrato dietro il velo della narrazione, celato e nascosto sotto il manto di un sottile simbolismo, nella Bhagavad Gita è completamente e apertamente dispiegato, nel suo fulgido e scintillante splendore spirituale, senza alcun velo, alcuna metafora, alcuna omertà; come un diamante splendente, che rifrange la luce di centinaia di soli, quell’unica e incorruttibile Verità, in cui si riflettono e da cui si dipartono le mille verità parziali contenute nelle tradizioni religiose dei diversi popoli della Terra, si manifesta nella Gita in pieno sole, come una sorgente dai molti fiumi, che a loro volta s’immettono in un unico mare.

Ekam Sath Viprah, Bahudha Vadhanti, dicono i Veda: “la Verità è Una, i saggi la chiamano con molti nomi”.

Tutto questo è presente, rivestito con i panni della semplicità e dell’innocenza, anche in questo adattamento della Bhagavad Gita per ragazzi effettuato da Wanna Dal Pozzo (con la “complicità” indiretta del compianto Mario Mazzoleni), e da lei presentato ai devoti del nuovo Sri Krishna, l’amato e venerato Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, che dal “campo di battaglia” di Prashanti Nilayam prepara senza sosta i suoi devoti al combattimento interiore.

Con un linguaggio semplice e scorrevole, ricco di esempi e aneddoti tratti dal repertorio tradizionale o dall’originalità del suo ingegno, Wanna ha saputo presentare ai giovani lettori una sorta di “bignamino” della Bhagavad Gita, nel quale le varie tematiche e insegnamenti vengono esposti con leggerezza e grazia, rimandando il lettore all’essenzialità del poema e della sua narrazione – non diversamente, nel suo piccolo, da quanto compiuto quotidianamente dall’amato Maestro, che si sforza continuamente di rendere accessibili ai suoi devoti concetti e princìpi della massima complessità metafsica, accompagnandoli con esempi e chiarimenti facilmente comprensibili a tutti.

Il risultato è un’opera scorrevole e di facile lettura, che, mentre permette al profano di accostarsi per la prima volta alle principali tematiche di questo poema, consente nello stesso tempo al lettore esperto, che già ne conosce la materia, di ritrovarvi esposti i punti salienti, tanto amati ed apprezzati nel testo originale: non si tratta infatti solo di un testo per ragazzi, ma anche di un piacevole “riassunto” per quegli adulti che vogliano fare un bagno di semplicità, del quale si sente sempre il bisogno.

Immergiamoci dunque insieme in questa lettura, e lasciamo che la Divina Canzone risuoni per noi ancora una volta, in un’altra tonalità, in una nuova versione, in un’ennesima, originale interpretazione: e che i giovani lettori a loro volta ne gioiscano, vedendo descritte con semplicità e naturalezza tematiche così difficili e complesse, nell’attesa di poterle approfondire personalmente in futuro, sperimentandole interiormente nella propria sadhana (disciplina spirituale) individuale.

Niente più della Gita può infatti accompagnarci nel faticoso cammino della vita, niente più del suo canto può ricordare alle anime la Patria spirituale da cui provengono, quell’India dello Spirito da noi tanto amata: ringraziamo dunque questa terra benedetta per il dono che ci ha fatto, e la nostra Autrice per questa nuova versione della Storia Infinita, ed assaporiamone insieme, una volta di più, il nettare immortale di Bellezza, Verità e Beatitudine, ai Piedi di Loto dell’amato Maestro.

Om Sai Ram

Roma, 4 Novembre 2008